Un bella maratona che si è svolta in
una giornata non troppo fredda, ideale per correre. Buona
l’organizzazione e discreta la partecipazione (3.200 per la
maratona; 3.200 per la mezza oltre ai partecipanti della 10km) dei
runners.
Si parte e si arriva di fianco
all’Arena, un luogo carico di suggestioni, storia e bellezza.
Gruppo Quadrifoglio ben rappresentato: il top runner Fulcini,
che due settimane prima aveva corso Venezia con un ottimo 3h16’,
pronto per scendere alla soglia di 3h10. Gli outsider Coletti e
Rota, eterni rivali nella competizioni annuali (dal nuoto al
triathlon agli scacchi alla sfida sui cappelletti), il gruppo di
terza categoria Bruschi e Sanella che aveva l’ambizione di
centrare le 3h50. Assenti giustificati per indisposizione: Bocchi
e Bacchini.
Maratona bella, si corre nel centro
storico e poi si costeggia a lungo l’Adige (che io pensavo fosse il
Brenta, devo ristudiare la Geografia) per molti km. Alla mezza si
ritorna nel centro storico, si riparte verso la periferia e dal km 36
riecco il calore dei vicoli delle vie cittadine. C’è pubblico,
soprattutto nella parte finale. Poca animazione invece lungo il
percorso.
Risultati finali? Crollo di Fulcini (si
fa per dire!), che chiude con 3h19, tiene molto bene Rota, con 3h33,
Coletti cede il passo a taglia il traguardo a 3h40, Sanella stacca
con prepotenza di 1’ Bruschi (ormai in delirio e alle prese con
convulsioni mistiche) al km 39. Cucchiaio di legno al sottoscritto,
che al traguardo si concede pure un selfie con il pubblico fidentino
per onore gli sponsor.
Per la mezza invece schierato il duo
femminile Caterina e Maela, la prima allenatissima e da tre
mesi in pista alle 5 del mattino con il top runner Ghelfi, la seconda
con 3 sedute di cyclette sulle gambe. Presente anche Wody,
alle prese con un infortunio. Il risultato finale ha visto Maela
chiudere con un dignitoso 1h51’, Caterina è stata invece raccolta
con una rete di pescatori in un fosso al km 7. E’ stata poi
caricata su un pulmino del dopo lavoro ferroviario che lungo il
percorso raccoglieva tutti i runners acciaccati ed è stata
depositata nel Lazzaretto dell’arrivo. Prognosi finale: caviglia
gonfia come uno zampone, da abbinare ad un piatto di lenticchie.
Cate, forza. Try again!
Bene, dopo l’arrivo i runner
diventano turisti giapponesi con tour in centro e visita alla casa di
Giulietta e Romeo. Siamo inguaribili romantici.
Il momento migliore è il Terzo
Tempo consumato in una valida osteria di Soave già scoperta lo
scorso anno dopo la maratona di Venezia. Morale: vinti e vincitori
intorno alla tavola imbandita, dalla polenta allo stoccafisso, salumi
misti e pasta e fagioli. Menu poco light, innaffiato da vino Soave
e Valpolicella. La squadra ha chiuso in modo compatto la
giornata, pronti per la prossima maratona.
Giornate come queste, di sport e
amicizia, rimangono nel cuore e non si dimenticano. Grazie a tutti
quelli che hanno partecipato e ci hanno sostenuto!
Luca Bruschi