Sono critico verso l’organizzazione
della 13° BAM, sperando che queste critiche facciano crescere la
voglia di rendere efficace ed efficiente il motore organizzativo.
Se ne parla da tempo, sperimentiamo
Brescia ci siamo detti con un gruppo di amici del Cral Amps Enia….ok,
via che si parte in “gemellaggio” con loro. Sveglia di buonora
partendo da Parma, viaggio in pulmino 9 posti tranquillo.
Individuata la zona partenza,
parcheggiamo un po’ lontano viste le auto presenti e ci dirigiamo
verso il ritiro dei pettorali. Ci sono 2 ampie tende con calca di
runners davanti a noi, almeno 6/7 metri ci separano dal bancone.
Portiamo pazienza….ma visto che ci sono 3 gare (10 , 21 e 42 km)
non c’è un tavolo dedicato alla distribuzione pettorali per ogni
gara? Nessuna indicazione, chiediamo ai nostri vicini, nessuno sa
nulla. Rimaniamo in fila. Dopo 25’ raggiungiamo l’agognato
bancone, è il mio turno. Improvvisamente “sono finite le sacche
gialle” dicono….ma come? Ed il cambio dove lo metto visto che
l’organizzazione accetta solo sacche gialle? 5 minuti di caos, gli
operatori nel pallone, telefonate , smarrimento, poi appare un
cartone di sacche gialle da dietro le quinte e tutto riparte.
Maglietta taglia M, grazie: “sono
finite”……datemi allora una S: “finite”.….ma come? Ho
speso 25 €, almeno una maglietta su misura! Restano solo le L,
enormi, importabili per me e molti altri che si infervorano anche
urlando ed arrabbiandosi di brutto tirando di quelle
bestemmie......!!!
Pazienza mi dico, cercherò un amico
robusto a cui regalarla..….richiedo il biglietto della Metro per
tornare dalla zona arrivo…..”eh, sono finiti anche quelli”!
Finiti? Ma come? Mi devo pagare anche
il biglietto di ritorno della Metro? Non ci credo….ed invece si….
mi devo ricordare di mettere qualche € nella sacca gialla allora.
Esco dalla calca alle 8,40, un
volontario con megafono urla “Consegna sacche gialle entro e non
oltre le 9 in zona partenza , 300 mt oltre l’arco di partenza”.
Ma sta scherzando, vero? Altri almeno
50 atleti erano ancora in fila, se coloro che distribuiscono i
pettorali non sono organizzati a dovere, perché dobbiamo correre
prima ancora di partire?
Il pulmino era distante 700 mt, ci
siamo fiondati , vestizione veloce, ritorno di corsa con sacca gialla
in spalla fino ai camion , consegna con il fiatone alle 9,03 quasi
puntuali.
E come noi , tanti altri per la
mancanza di un buon flusso al ritiro pettorali.
Almeno avevo fatto riscaldamento…..con
la sacca in spalla, ma riscaldamento l’ho fatto.
Ore 9,15 partenza, mi piace tutta
questa folla esultante che inizia a correre, sento l’adrenalina
crescere….600 metri di viale, curva e la strada si stringe, altra
curva si stringe ancora e si crea un grosso imbuto. Proseguiamo, si
stringe ancora, l’imbuto diventa un imbutino da laboratorio.
Fino al secondo km, tracciato
incorribile per troppa gente e con curve, controcurve, strettoie,
piloni sul marciapiede mal segnalati (fortuna che noi runners
avvisiamo alzando la mano ‘palo’, ‘palo’, ‘pilone’
‘occhio’, ‘attenti’ …ahia)….un susseguirsi di urla simili
in parecchie stradine, auto parcheggiate che rendono la carreggiata
improvvisamente stretta, gomitate contro specchietti delle auto (non
ce ne vogliano)
Troppi runners in contemporanea,
diventa anche pericoloso e non sicuro, non è accettabile….tante
lamentele per questo confusionario percorso iniziale con alto numero
di partecipanti, troppi!
Solo al 6° km sono riuscito ad
impostare il mio passo da turista da 5’ / km, prima
impossibile….essendo partiti tutti in contemporanea, anche la Easy
Ten non competitiva, si può immaginare il caos e le diverse
‘velocità’ dei runner che c’erano sul percorso.
Scelta non azzeccata le partenze in
simultanea.
Percorso che non ho ‘visto’ fino al
6°, carino in periferia della città verso le colline, ondulato con
tratti in leggera salita e discesa.
Poi tutto ok fino all’arrivo, taglio
il traguardo, mi guardo attorno…..ed il ristoro dov’è?
Chiedo ad un paio di runner….boh, non
lo sanno…chiedo ancora….nulla….poi, un cartello A4 semi piegato
individuato dopo avere guardato dappertutto (ma forse ero un poco
stordito dalla fatica) indica ristoro a 300 mt nell’altra piazza a
fianco. Vero, altri runners andavano in quella direzione, ma non li
avevo notati causa tende di massaggiatori piene di persone in coda.
Ok, che bello, liquidi finalmente…ci
incamminiamo fino alla piazza dove sono presenti alcuni gazebo con
naturale calca di runner alla ricerca di recupero energie.
Arrivo dal primo gazebo, faccio la fila
con calma, arrivo al bancone e chiedo un bicchiere di thè….”no
guardi, qui c’è solo da mangiare, le bevande sono nell’altro più
avanti 20 metri”….ok, mi sono preso un pezzo di torta, ma mettere
cartelli ben visibili sul frontalino del gazebo no??
Altro gazebo, altra coda per prendere
un bicchiere di thè, ce l’ho fatta finalmente!!
Recupero della sacca, cambio dei
vestiti, ritorno in Metro con biglietto che mi sono pagato (mentre
doveva essere a carico dell’organizzazione), usciamo dalla metro ed
ora finalmente una bella e meritata doccia….ma… dov’è il
‘centro natatorio di Mompiano’ indicacatoci a poca distanza dalla
partenza della corsa, in via Stadio?
Nessuna indicazione, tutto ormai alla
partenza già smantellato, i pochi operatori non sapevano nulla,
chiediamo ad almeno a 5 persone.…boh…. raggiungiamo prima il
pulmino poi, grazie allo smartphone, troviamo (a 600mt dalla
partenza, in altra strada) la piscina dove potere fare una meritata
doccia!! Anche qui, qualche indicazione supplementare appena usciti
dalla Metro no, vero?
Consolazione
finale, pizza e birra in buona compagnia.
Alla fine, rimane un po’ di amarezza,
la corsa e l’organizzazione devono darti soddisfazione e meritare
il viaggio…...per quanto mi riguarda, Brescia Art Marathon per i
prossimi anni è già cancellata dal mio calendario personale, magari
al raggiungimento della loro maggior età…chissà!
Marco